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Diagnosi energetiche nelle grandi imprese, il Mise spiega come funzionano

Obbligate ad individuare percorsi virtuosi di riduzione del fabbisogno energetico le aziende con almeno 250 dipendenti o un fatturato superiore a 50 milioni

Imprese obbligate alle diagnosi energetiche

Le diagnosi energetiche devono essere eseguite da grandi imprese e imprese ad alto consumo di energia sui siti produttivi, cioè nei luoghi in cui viene prodotto un bene o fornito un servizio.

Per grandi imprese si intendono tutte le imprese che non sono qualificabili PMI, cioè che occupano almeno 250 persone o che, anche se hanno meno dipendenti, hanno un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro e un totale di bilancio annuo superiore a 43 milioni di euro. Un’impresa è sempre considerata di grandi dimensioni se almeno il 25% del suo capitale o dei suoi diritti di voto è detenuto direttamente o indirettamente da un ente pubblico.

Per imprese a forte consumo di energia o energivore sono quelle iscritte nell’elenco annuale istituito presso la Cassa Conguaglio per il settore elettrico ai sensi del Decreto interministeriale 5 aprile 2013.
Termini per effettuare le diagnosi energetiche

In base a quanto indicato dal D.lgs. 102/2014, le diagnosi energetiche devono essere eseguite entro il 5 dicembre 2015 e successivamente ogni quattro anni. L’obbligo vale se la condizione di grande impresa si è verificata per i due esercizi consecutivi precedenti o se si è stati in possesso dello status di impresa energivora nell’esercizio precedente.
Chi esegue le diagnosi energetiche

Fino al 19 luglio 2016 le diagnosi energetiche possono essere condotte da società di servizi energetici, esperti in gestione dell’energia o auditor energetici anche senza certificazioni rilasciate sotto accreditamento. Dopo questa data, dovranno invece essere eseguite da soggetti certificati da organismi accreditati.
Come funziona la diagnosi energetica

La diagnosi energetica deve essere conforme alle norme tecniche UNI CEI EN 16247. Nell’impresa deve essere messa a punto una “struttura energetica aziendale”. L’azienda viene suddivisa in aree funzionali. Si acquisiscono quindi i dati energetici dai contatori generali di stabilimento e, qualora non siano disponibili misure a mezzo di contatori dedicati, per la prima diagnosi, il calcolo dei dati energetici di ciascuna unità funzionale viene ricavato dai dati disponibili. Si effettua poi la modellizzazione della realtà aziendale attraverso la costruzione degli inventari energetici. Seguono il calcolo degli indici di prestazione energetica globali e per ciascuna area funzionale ed il confronto degli stessi con quelli obiettivo. La diagnosi energetica si completa con l’individuazione di un percorso virtuoso, in termini di interventi di efficienza energetica, tale da ridurre i fabbisogni energetici a parità di attività. Abbassando i costi dell’energia, il prodotto o il servizio diventano quindi più competitivi.
Sanzioni

Le imprese che non effettuano la diagnosi energetica pur essendovi obbligate sono punite con una sanzione da 4 mila a 40 mila euro. In caso di diagnosi non conforme la sanzione oscilla dai 2 mila ai 20 mila euro.

 

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